Il complesso è articolato su tre piazzali a terrazza ed è imperniato
su due grandi luoghi di culto: la basilica Antica, realizzata all’inizio
del XVII secolo, e la Chiesa Nuova. Completano la struttura monumentali
edifici, chiostri e la solenne scalinata che conduce alla porta regia.
L’atrio della scalinata è rivestito da lapidi che celebrano le
visite compiute da personaggi illustri come quella di Guglielmo Marconi
del 1894 che concepì proprio ad Oropa l’invenzione del telegrafo senza
fili.
Al di fuori delle mura del luogo di culto spicca il suggestivo Sacro
Monte di Oropa formato da diciannove cappelle. Edificato nel 1871, svetta
l’imponente cimitero, ricco di rilevanti mausolei, tra cui quello a
forma di piramide dello statista Quintino Sella.
Il Santuario sorge a circa 1200 metri di altezza, nella valle
che da
Biella, provincia piemontese, sale ai monti verso la Valle d’Aosta
Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo, nella
zona alpina del territorio biellese si progettano e si edificano alcuni
“monti sacri”.
Il Monte Sacro di Oropa è articolato in una serie di
diciannove cappelle, dove sono raffigurati alcuni misteri della fede
cattolica , attraverso affreschi e statue.
In parte (12) sorgono sulla collina che divide il santuario
dalla valle del rio del Canal Secco, in parte (7) sparse un po’ ovunque.
Le dodici, raggruppate in collina, sono tutte successive al
1620 e furono donate al Santuario da vari comuni biellesi.
La strutturazione dei sacri monti è condotta secondo gli
schemi e i modelli desunti dal teatro popolare. Le cappelle ad aula unica
tendono a porsi come sostituti perenni delle sacre rappresentazioni
popolari di tradizione medioevale. Queste spettacolari scene fisse erano
composte da affreschi, che avevano la funzione scenica di fondale, e da
sculture lignee con funzione di veri e propri attori.
Ad Oropa, Santuario e Sacro Monte coesistono anche se il
Santuario ha preso, sia architettonicamente che religiosamente, il
sopravvento sulla struttura del sacro monte vero e proprio. Non è però
pensabile, soprattutto sotto il profilo della critica storica considerare
separabili i due argomenti, essendo le vicende dell’uno strettamente e
indissolubilmente legate a quelle dell’altro, e neppure è possibile
distinguerli anche in una semplice individuazione ambientale, facendo
parte entrambi di un complesso paesistico e territoriale non casuale, ma
così voluto e trasformato dall’uomo nel tempo.
Il Sacro Monte d’Oropa è dunque incentrato sul nucleo del
famoso Santuario, nel quale viene venerata l’altrettanto celebre statua
lignea della Madonna Nera, trovata per tradizione da Sant’Eusebio sotto
le macerie di Gerusalemme e quindi nascosta ad Oropa nella nicchia di un
masso erratico vicino a cui sorse in seguito la Cappella del Roc dove fu
ritrovata dai pastori.
Dal momento che l’affluenza dei devoti al sacello della
Madonna Nera era elevatissima fin dal XIII secolo, si decise di costruire,
vicino al sacello, una chiesa di dimensioni più capaci che in seguito nel
1559, per ringraziamento dell’intercessione della Vergine durante le
pestilenze che avevano colpito il Biellese nei secoli precedenti, il
vescovo di Vercelli Giovanni Stefano Ferrero ristrutturò e ampliò.
I lavori di ristrutturazione e ampliamento della Chiesa di
Oropa, avviati allo scadere de XVI secolo, vennero favoriti dalla corte
torinese, che dal Seicento sino all’Ottocento sostennero e finanziarono
largamente il cantiere di Oropa, incaricando direttamente della
progettazione degli edifici anche numerosi architetti ducali.
La basilica di Oropa fu conclusa a metà del XVII secolo.
Dal primitivo sacello all’imponente Chiesa nuova ai piedi
delle montagne, consacrata nel 1960, lo sviluppo edilizio ed
architettonico è stato grandioso. Vi contribuirono prestigiosi architetti
come Filippo Juvarra, Guarino Guarini, Pietro Beltramo ed altri.
La statua della
Vergine bruna è conservata nel sacello oropense, e appartiene
iconograficamente alla tipologia delle cosiddette Black
Virgins. Il volto della Vergine come del bambino è nero, questa
particolarità iconografica si riscontra in una vasta area europea
(Francia, Spagna e Germania) e per un arco di tempo che va dal XII secolo
al Trecento inoltrato.
La Statua della Madonna Nera misura m. 1,32 di altezza ed è in
legno Cirmolo (pianta resinosa).
A Oropa la Madonna Nera, contrariamente a quanto si riscontra
nella Vergini nere del periodo romanico ( raffigurate sedute in trono a
simboleggiare la Sedes Sapientiae), viene presentata in piedi con il
Bambino seduto sul braccio sinistro , a sua volta benedicente (con la mano
destra) e con l’uccellino (simbolo della Passione), nella mano sinistra.
Stilisticamente questa statua è stata, in via ipotetica, riferita
all’area aostana intorno al 1295.
I lavori di costruzione della Chiesa Nuova iniziarono nel
1885 su progetto del Galletti presentato nel 1774.
La costruzione della chiesa fu studiata per più di un secolo
da numerosi architetti famosi quali: Francesco Gallo, Bernardo Antonio
Vittone, Ignazio Galletti, Amedeo Stratta, Enrico Terzaghi ed il famoso
Alessandro Antonelli.
L'interno della Chiesa Nuova si presenta formato da due zone:
una ottagonale sormontata da cupola, sostenuta da colonne che
fiancheggiano le sei cappelle laterali; una rotonda, contenente
l’altare, sormontata da cupolino.
Di particolare interesse sono le tre porte di ingresso della
basilica inaugurate nel settembre 1965. Pregevoli opere di scultura in
bronzo raffigurano i principali avvenimenti della storia del Santuario
dalle origini al XX secolo.
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